Parco Monti Livornesi

Parco Monti Livornesi

monti livornesi

PUNTO DI PARTENZA E ARRIVO: VALLE BENEDETTA

DISTANZA: 7 KM

DURATA: 3 ORE E MEZZO

TIPO DI TRACCIATO: CARRARECCE E SENTIERI

DISLIVELLO: 340 METRI

DIFFICOLTÀ: MEDIO – FACILE

 

 

 

Il Parco dei Monti Livornesi si sviluppa nell’entroterra, alle spalle della città. La natura di questo luogo le è valso l’appellativo dell’isola che non c’è: si tratta infatti di un’isola fossile che si è unita alla terraferma in epoche geologiche relativamente recenti. Qui troviamo l’Acquedotto di Colognole. L’imponente costruzione settecentesca (18 km) è caratterizzata da elevate arcate di pietra arenaria levigata, vasche per la depurazione delle acque, gallerie e scalinate immerse nel fitto verde dei boschi.

Da Valle Benedetta si prende la via della Sambuca. Si segue la strada che diventa sterrata e, dopo un primo tratto in salita, nei pressi di un evidente incrocio si piega a sinistra potendo osservare, sulla collina a sinistra i ruderi di un mulino a vento. Dopo circa di mezzora si esce dal bosco in una zona panoramica. In breve si raggiungono, sulla destra, i ruderi (cumulo di pietre) di un vecchio podere in posizione panoramica, in località Calvario. Da qui si prosegue il cammino in discesa avendo come riferimento direzionale un grande e unico pino solitario. Dal pino si continua sulla dorsale: non essendoci segnalazioni si seguono all’inizio le tracce dei cacciatori, poi seguendo le incerte tracce si punta al fondovalle mantenendosi leggermente sulla sinistra della dorsale: questo è il tratto dell’itinerario che richiede maggior attenzione per l’orientamento e l’avanzamento attraverso una fitta vegetazione. Alla fine della discesa, dopo circa 10 – 15 minuti, si interseca un evidente sentiero con un incrocio a T: si piega a destra fino al semplice guado del torrente. Quasi subito si raggiunge una baita in legno poco distante da un casale in pietra. Da questo momento si segue l’evidente carrareccia fino ad uno scollinamento che sbuca dalla macchia: si va a sinistra in discesa e al successivo vicino bivio si tiene la destra, scendendo nella fitta vegetazione fino ad un vecchio mulino. Oltrepassato il torrente, si gira subito a destra (vernice bianco rossa del C.A.I.), lambendo la struttura del mulino alla nostra sinistra. L’itinerario prosegue risalendo la valle lungo la struttura in pietra dell’acquedotto di Colognole, fino a una strada sterrata dove si gira a sinistra per giungere nei pressi della strada asfaltata per Collesalvetti che non si attraversa. Sulla destra è ben visibile la traccia di una carrareccia dal fondo sconnesso in salita che raggiunge prima un bivio dove si va a destra proseguendo fino a Casa Pianone. Si percorre il vialetto di cipressi e, giunti al cancello dell’abitazione, si gira a sinistra seguendo la recinzione fino all’immissione su una mulattiera, che, passando nella fitta vegetazione (l’ultimo tratto segue i pali dei cavi elettrici), giunge sulla sterrata, già percorsa all’inizio dell’itinerario, chiudendo l’anello e tornando a Valle Benedetta.

I MULINI A VENTO DELLA VALLE BENEDETTA Livorno fu città medicea città che godette di numerosi privilegi finalizzati all’incremento della popolazione: editti che annullavano tasse, debiti e trascorsi penali, proclami che rendevano possibile la libertà di culto, costumi e di pensiero. Tra le varie comunità quella olandese si stabilì in città nei primissimi anni del Seicento. Ben più tardi, nel 1914, furono raggiunti da gruppi di origine tedesca. Specializzati nel commercio di granaglie: insieme formarono la comunità conosciuta con il nome di Olandese-Alemanna. Si deve a questa comunità la costruzione alcuni mulini a vento sulle alture alle spalle della città, nella zona di Valle Benedetta e della vicina Valle del Chioma: i mulini a vento venivano usati in alternativa a quelli ad acqua quando le risorse idriche scarseggiavano.

Fonte: costadeglietruschi.it

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